Il fantastico viaggio di Pausa caffè cambia nuovamente continente!!! Dalle rovine di Machu Picchu, in Cile (America del Sud), si sposta in Australia (Oceania), all’imponente Uluru!!!!
Situato in pieno outback australiano (zona centrale dello Stato) è un monolito (blocco di roccia simile ad una montagna) che con l’altezza di ben 348m e una circonferenza di 9km, è il più grande al mondo. Col tempo è diventato il simbolo dell’Australia, anche sotto il nome di Ayers Rock, denominato così dall’esploratore europeo William Gosse nel 1873, in onore dell’attuale presidente australiano, Sir Henry Ayers.
Esiste un racconto sacro aborigeno: racconta di un tempo lontano, molto lontano, denominato Tempo del Sogno, in cui non esisteva l’uomo, solo entità religiose con sembianze metà umane metà animali. Si narra che una volta creati se stessi questi dei abbiano iniziato a errare per tutto il mondo cantando; attraverso il canto essi davano vita alla natura e agli esseri viventi. Ogni notte questo mito viene rinnovato dagli aborigeni, proprio ai piedi della roccia: per questo ai turisti è vietato scalarla e, in alcuni punti, scattare foto.
Oggi il luogo è sede di un parco nazionale, l’Uluru-Kata Tjuta, che accoglie ogni anno circa mezzo milione di visitatori, ma al suo interno l’unica attrazione non è lo splendido monolito: il parco è infatti ricco di una particolare fauna, tipicamente della zona. Fra gli animali più caratteristici troviamo: i canguri, l’echidna, un mix tra un istrice e un riccio, i topi marsupiali, topi dotati di marsupio, le cui dimensioni possono variare da quelle di un topolino a quelle di un ratto (della stessa famiglia fanno parte anche il diavolo della Tasmania) e il diavolo spinoso, particolare lucertola dotata di spuntoni difensivi.
Nella zona circostante all’Ayers Rock, composto a arenaria rossa, si può trovare un altro gruppo montuoso, quello dei Monti Olga, che comprende 36 masse rocciose, accomunante fra esse per l’importanza religiosa aborigena.
Particolari sono le sfumature di colore del monte, che cambiano a seconda dell’ora del giorno: esso presenta infatti un colore rosa all’alba, rosso a mezzo giorno, ocra il pomeriggio e per finire nero al tramonto.
Per concludere ecco un riferimento letterario all’opera di Alessio Cosso “Uluru”:
Rosso scuro
si staglia immane
sotto il sole
circondato dal deserto
verde di eucalipti
grigio di spinafix,
è sacro agli aborigeni
ed a stargli vicino
si sente perché
al di là delle immagini
di cartolina
quando incombe
davanti a te
qualcosa rimane
dentro
e viene da pensare
che davvero
vi siano sepolti
lassù
gli dei primordiali
che crearono il mondo.
Uluru parla all’anima
ma devi toccarlo
per sentirne la vibrazione
accostare l’orecchio
per ascoltarne la voce
volerlo davvero
per imparare la sua lezione
una lezione semplice
eppure tremendamente difficile
da accettare
talmente difficile
che ormai quegli stessi
che per primi
e per lunghi anni
lo hanno ascoltato
ormai lo rinnegano.
Ma così è
e così sarà:
chi sbaglia viene punito
ed ogni cosa ha il suo posto.
Per informazioni turistiche visitare il sito www.uluru.com/index.html
Simone