Avrebbe infranto molti più record di quanti non abbia fatto nella sua carriera, Ayrton Senna. Tra il brasiliano e la conquista di tutte le classifiche si intromesso però il destino. Va detto che l’albo d’oro di successi ottenuti da Ayrton è stato migliorato solo da Michael Schumacher, che dalla sua ha avuto il tempo, quel che è mancato a Senna.
Dieci anni di Formula 1 sono bastati per stampare il proprio nome tra i campioni del mondo, tre titoli: 1988, 1990 e 1991. C’è il controverso 1989 in mezzo, scippatogli dalla Federazione dopo i fatti di Suzuka. Si rifarà dei torti subìti nel 1990, concludendo gara e campionato alla prima curva sulla stessa pista, con Prost davanti e sul lato pulito nonostante la pole l’avesse ottenuta Senna.
E’ l’istinto del campione, del vincente a tutti i costi. In questo, Senna e Schumacher sono maledettamente uguali. Sarebbero passati su chiunque per raggiungere il loro obiettivo. Solo i grandissimi, chi ha fame continua di vittorie, riesce a calarsi nella prospettiva e accettare certe manovre.
Quarantuno vittorie, 65 pole position, concentrate in 162 gran premi. Solo nel 2000, a Monza, Schumacher riuscirà a eguagliare il numero di successi del brasiliano.
L’esordio nei kart
L’esordio nel motorismo di Senna avviene nel lontano 1973, anno del debutto (con vittoria) nel campionato Junior brasiliano di kart. Nel 1977 e 1978 vince il campionato Sudamericano di categoria e tra il 1978 e il 1981 incamera quattro titoli brasiliani. Gli mancherà il titolo mondiale, inseguito e sfiorato nel 1979 e 1980, quando correva con la Dap di Milano.
Dalla Formula Ford alla Formula 3
Il passaggio dai kart alle monoposto richiede il trasferimento in Gran Bretagna, che per un brasiliano non è esattamente casa propria. Momenti difficili, nei quali Senna resiste e porta a casa il campionato britannico di Formula Ford 1600, oltre al Townsend-Thoresen: è il 1981. L’anno seguente vince sia il campionato britannico che l’europeo di Formula Ford 2000, ha 22 anni. A fine stagione esordisce nella Formula 3 inglese, all’ultima gara di uno dei campionati più prestigiosi allora: stampa pole, vittoria e giro veloce.
Il 1983 è l’anno della Formula 3 a pieno regime: vince 12 gare su 20 e domina la gara conclusiva di Macao, a modo suo, con pole position, vittoria nelle due manche e giro veloce. Viene notato da Frank Williams, che lo farà provare in una sessione di test invernali. Serviranno 10 anni perché le strade dei due si ricongiungano.
La Toleman per arrivare in F1
L’ingaggio per debuttare in Formula 1, infatti, arriva dalla Toleman (scuderia che si trasformerà poi nella Benetton di Briatore; ndr). Non è certo la miglior macchina del lotto, ma consentirà ad Ayrton di approdare nel mondiale. Il biglietto da visita è quello del Gran Premio di Monaco 1984. E’ gara diventata un pezzo di storia dell’automobilismo, al pari del duello Villeneuve-Arnoux. Sotto la pioggia battente Senna rimonta posizioni su posizioni, fino a riprendere Prost. Una provvidenziale bandiera rossa fermerà la gara e “salverà” Prost: è il primo podio di Senna in Formula 1. Quell’anno ne otterrà altri due, in Gran Bretagna e in Portogallo.
Proprio l’Estoril, un anno più tardi – siamo nell’85 – sarà teatro della prima vittoria. Ayrton corre per la Lotus e le condizioni meteo sono quelle che esaltano il talento paulista: pioggia torrenziale. A fine stagione saranno 7 le pole position in cascina e nella sua permanenza nel team inglese (fino al 1987) otterrà 16 partenze al palo e 6 i gran premi vinti.
Per agguantare il titolo, però, serve una scuderia di vertice. Il 1988 vede il passaggio in McLaren, accanto ad Alain Prost. Con 8 vittorie e 13 pole position, Senna corona il sogno iridato a Suzuka. Non è una cavalcata trionfale, ma successo sudato. La monoposto parte a stento dalla griglia e Senna si ritrova a metà gruppo. Rimonta delle sue e sorpasso su Prost sul rettilineo principale, a un niente dal muretto dei box.
Tra il 1989 e il 1993 Senna otterrà 27 successi, che lo porteranno ad altri due titoli. Epica resta la vittoria a Interlagos nel 1991, con il cambio bloccato in sesta negli ultimi giri, oppure il trionfo di Donington, o ancora i successi in sequenza a Imola. Per un gioco beffardo del destino, proprio sull’autodromo Enzo e Dino Ferrari – dove morirà il primo maggio ’94 – Senna ha ottenuto il record di pole position nello stesso gran premio: 8 volte davanti a tutti, ancora oggi è primato imbattuto e condiviso con Schumacher (il tedesco registra 8 pole a Suzuka; ndr).
Nessuno come Ayrton quando si correva in casa: record di pole, sei, in Brasile; record anche per le pole position consecutive: 8. Record di partenze in prima fila di seguito, ben 24 gran premi in prima o seconda posizione (i campionati erano su 16 gare; ndr). Infine, detiene ancora il record di gare vinte dominando dal primo all’ultimo giro: 19 volte.
Solo il tempo lo ha allontanato da altri primati, che avrebbe potuto raggiungere prima dell’altro straordinario campione, così diverso ma così simile ad Ayrton: Michael Schumacher.
La grandezza di Magic la leggi anche riascoltando le dichiarazioni, le risposte a chi gli faceva notare come i record macinati di continuo lo stessero portando a diventare il più grande di tutti i tempi. E lui a spiegare che Fangio, per l’epoca in cui corse e per le condizioni in cui vinse, era stato e sarebbe rimasto il più grande in assoluto.
Matteo