Zlatan Ibraimovic’: la carriera di un campione

Zlatan Ibraimovic’ è un giocatore di calcio svedese nato a Malmo, il 3 ottobre 1981 da immigrati jugoslavi, ora attaccante e capitano del Paris Saint-German (PSG). Viene considerato tra gli attaccanti più forti del mondo, ha vinto per otto volte il Guldbollen (pallone d’oro svedese), tra cui sette volte consecutive. Ai tempi dell’Inter con un ingaggio di 12 milioni di euro a stagione, era il giocatore più pagato al mondo. Sono 10 i giocatori ad avere segnato quattro goal in una sola partita e lui è in questa classifica. Zlatan ha segnato in tutte le squadre che lo hanno acquistato, tra le quali in ordine cronologico: Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan e Paris Saint-German. Inoltre è il solo calciatore ad essersi laureato capocannoniere della Serie A con due diverse squadre, peraltro della stessa città: Inter (2008-2009) e Milan (2011-2012). Ibraimovic’ è un attaccante di grande qualità e molto potente fisicamente, dà grande protezione al pallone, è veloce nei dribbling, è dotato di una grande capacità individuale ed è potente nei tiri in porta, che lo rendono un grande finalizzatore. Queste ultime abilità lo paragonano al famoso Marco Van Basten. Si deve stare attenti a Zlatan quando batte i calci di rigore e di punizione, perché ha una buona traiettoria di tiro.

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La carriera nell’Ajax.

Nel 2001 viene ceduto all’Ajax per 19,2 fiorini (7,8 milioni di euro), diventando l’acquisto più costoso della storia del club di Amsterdam. Debutta con l’Ajax l’8 agosto 2001, nella coppa UEFA per club contro il Celtic, perdendo per 1-3. Nel corso della stagione Ibrahimovic’ gioca 33 partite e segna 8 gol, tra cui il golden gol contro l’Utrecht che vale la vittoria della Coppa d’Olanda 2001-2002. Nella stagione successiva disputa per la prima volta la fase a gironi della Champions League, segnando una doppietta nella prima giornata contro il Lione. In totale nei Paesi Bassi gioca 106 partite segnando 46 gol e con l’Ajax vince due campionati olandesi (2001-2002 e 2003-2004), una Coppa d’Olanda (2001-2002) e una Supercoppa d’Olanda (2002).

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La carriera nella Juventus F.C.

Nell’estate del 2004 è la Juventus ad acquistare Ibrahimovic’. Con la Juventus, nel 2006 vince il 28° scudetto della squadra, solo che non venne consegnato alla Juventus, poiché Calciopoli dimostrò gli scandali della squadra, e quindi la Juventus viene retrocessa in Serie B. L’anno dopo la Juventus ritornerà in Serie A. Divenne insostituibile, segnando contro il Brescia vincendo 0-3. L’annata è, però, segnata da alcune intemperanze, come il pestone a Córdoba e la testata a Mihajlović in Juventus-Inter 0-1 del 20 aprile 2005. In campionato colleziona 35 presenze e in totale segna 16 gol, ma non realizza nemmeno una rete in Champions League. Il suo secondo anno alla Juventus è meno brillante. Segna 10 gol (7 in campionato e 3 in Champions League). Il primo gol in campionato arriva non prima dell’ottava giornata contro il Lecce e il secondo gol stagionale arriva dopo tre giornate contro il Livorno (batte Amelia con un pallonetto al volo). Disputa la sua ultima partita con la Juventus il 14 maggio 2006 contro la Reggina sul neutro di Bari. In totale, in due stagioni con la Juventus, colleziona 92 presenze, 26 gol e 17 assist, e vince due scudetti (successivamente revocati a causa dello scoppio di Calciopoli).

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La carriera nell’ F.C. Internazionale Milano.

Il 10 maggio 2006, dopo le vicende dello scandalo del calcio italiano, l’Inter acquista Ibraimovic’, per 24,8 milioni di euro. Qualche anno più tardi Alessio Secco, all’epoca del trasferimento direttore sportivo della Juventus, ha rivelato che quell’estate l’Inter fu l’unica società ad aver presentato un’offerta ufficiale per il cartellino dello svedese. Dopo la vittoria della Supercoppa italiana con la squadra, è uno dei protagonisti della stagione del 2006-2007 e l’Inter vinse lo scudetto con cinque giornate di anticipo (aprile del 2007), terminando prima con 97 punti. In totale colleziona 27 presenze, 15 gol e 8 assist. Appena conquistato lo scudetto, si fa operare a Rotterdam per un’infiammazione all’adduttore destro. Anche nella stagione successiva si conferma punto di forza dei nerazzurri. Oltre a segnare con regolarità in campionato, si sblocca e realizza il primo gol in Champions League con i colori neroazzurri nella partita col PSV Eindhoven, contro cui è autore di una doppietta. Dopo un’assenza di un mese e mezzo (dal 29 marzo 2008), torna a giocare nel secondo tempo della gara dell’ultima giornata di campionato con il Parma, contro cui realizza i due gol decisivi per la vittoria dell’ultima giornata di campionato, che sancisce la vittoria del sedicesimo scudetto interista. La stagione 2007-2008, per lui, si conclude con 26 presenze, 17 gol (di cui 8 su rigore) e 9 assist in campionato, e 7 presenze, 5 gol (di cui uno su rigore) e 3 assist in Champions League. Nella stagione 2008-2009 si afferma come centravanti titolare dell’Inter di Mourinho, collezionando 34 presenze, 25 gol e 7 assist in campionato, 8 presenze, 1 gol e 2 assist in Champions League e 3 presenze e 3 gol in Coppa Italia.

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La carriera nel Barcellona F.C.

Sebbene nel 2008 il calciatore aveva dichiarato di diventare capitano dell’Inter dopo Javier Zanetti, il 23 luglio del 2009 venne acquistato dal Barcellona, a quei tempi campione d’Europa in carica. Il trasferimento è ufficiale il 27 luglio 2009.  Esordisce ufficialmente con il Barcellona il 24 agosto contro l’Athletic Bilbao in occasione della partita di ritorno di Supercoppa di Spagna, vinta dai catalani per 3-0. Nel girone di andata della stagione 2009-2010 realizza 11 gol e fornisce 5 assist; nella fase iniziale di UEFA Champions League realizza un gol in quattro partite, fornendo anche in questa competizione un assist. Il 29 novembre, nel Clásico contro il Real Madrid, segna la rete che fissa il risultato sull’1-0 con un tiro al volo. Il 12 dicembre regala al Barcellona la vittoria nel derbi Barcellona contro l’Espanyol, che mancava da tre anni. Nella semifinale del Mondiale per club fornisce, dopo aver evitato due avversari, un assist filtrante per il gol del vantaggio di Lionel Messi. Al termine del anno solare 2009 si aggiudica già ben 3 trofei (Supercoppa di Spagna, Supercoppa UEFA e Mondiale per club), termina il girone d’andata di campionato in testa alla classifica e si qualifica agli ottavi di finale di Champions League. Gioca la sua ultima partita in blaugrana in occasione dell’andata della Supercoppa di Spagna 2010 contro il Siviglia, partita nella quale segna l’unico gol del Barcellona nel 3-1 finale.

 

La carriera nell’A.C. Milan.

Il 28 agosto 2010 Ibrahimović viene ceduto al Milan in prestito con diritto di riscatto fissato a 24 milioni di euro esercitabile alla fine della stagione da parte della società rossonera. Il calciatore svedese, dopo le visite mediche, firma un contratto quadriennale con la società milanese. Esordisce con la maglia rossonera l’11 settembre 2010 in occasione della seconda giornata di campionato nella partita persa per 2-0 in casa del neopromosso Cesena. Nella seconda parte della stagione segna con meno regolarità e subisce 5 giornate di squalifica: ha dato una manata al difensore del Bari Marco Rossi (due giornate di squalifica), e nella partita contro la Fiorentina offese il guardalinee, subendo tre giornate di squalifica. Si rivede Ibra il 7 maggio 2011, nella gara dove il Milan, all’Olimpico pareggia 0-0 contro la Roma, conquistando così lo scudetto, e diventando anche campione d’Italia. Il 6 agosto 2011 inizia il campionato di Serie A 2011-2012, dove il Milan vince contro l’Inter per 2-1; lo svedese segna il gol del pari.

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La carriera nel Paris Saint-German.

Il 18 luglio 2012 si trasferisce dai francesi del Paris Saint-Germain e, firmando un contratto triennale a circa 14 milioni di euro a stagione, diventa il calciatore più pagato della Ligue 1 e, in quella stagione, il secondo giocatore più pagato al mondo. Il PSG ha versato 21 milioni di eruo per acquistarlo dal Milan. Fa il suo esordio con la squadra francese l’11 agosto seguente, in occasione della partita pareggiata per 2-2 al Parc des Princes contro il Lorient. Lo svedese, in questo match, mette a segno due gol (il secondo dei quali dal dischetto) e colpisce anche un palo. Il 18 settembre 2012, all’esordio in Champions League con la maglia dei parigini, mette a segno la prima delle quattro reti con cui i francesi battono la Dinamo Kiev (4-1 il risultato finale). Con questo gol lo svedese diventa il primo giocatore nella storia della competizione ad avere segnato con sei squadre diverse. Nel mese di gennaio del 2013, dopo la cessione di Nenê, Ibrahimović per le partite di Ligue 1 prende la maglia numero 10 lasciata libera dal compagno mentre in Champions League continua ad indossare il 18, poiché il regolamento della competizione non consente cambi di numero a stagione in corso. Termina la stagione con 35 gol segnati di cui 30 in campionato, vinto dal PSG, che gli valgono il titolo di capocannoniere della Ligue 1. Risulta inoltre anche il miglior assist-man della Champions League 2012-2013 con 7 assist. Inizia la stagione 2013-2014 vincendo la Supercoppa di Francia grazie al 2-1 ottenuto il 3 agosto 2013 a Libreville contro il Bordeaux; in questa partita Ibrahimović è autore dell’assist per il gol del pareggio di Hervin Ongenda. Il 23 ottobre 2013, nella partita della terza giornata della fase a gironi della Champions League 2013-2014 vinta dal Paris Saint-Germain per 5-0 in casa dell’Anderlecht, realizza una quaterna, diventando così il decimo giocatore a segnare 4 gol in una sola partita di Champions League. Il 27 novembre seguente, scendendo in campo contro l’Olympiakos, diventa il diciottesimo calciatore a raggiungere le 100 presenze in Champions League; nel corso della partita, terminata 2-1, Ibrahimović segna anche il primo gol dei francesi. Il 4 febbraio 2014 realizza una doppietta contro il Nantes in semifinale della Coupe de la Ligue; ciò permette ai parigini di accedere alla finale. Il 18 febbraio successivo per la prima volta in carriera raggiunge quota 10 gol (ovvero la doppia cifra) in Champions League, grazie alla doppietta realizzata nel 4-0 esterno con cui i parigini battono il Bayer Leverkusen nella gara valevole per l’andata degli ottavi di finale.

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Noris

 

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3 pensieri su “Zlatan Ibraimovic’: la carriera di un campione

  1. Ibra lo ricordo soprattutto per la partita di Parma del 18 Maggio 2008. Fu una delle giornate più tribolate della mia vita da simpatizzante nerazzurro (ma tifoso viola).
    L’ Inter, dopo un girone d’ andata dominato, fu decimata da una quantità incredibile di infortuni, che ovviamente portò ad un drastico calo di risultati.
    Mancini era così a corto di uomini che in attacco fu costretto a mettere titolare fisso un Primavera neanche maggiorenne, Mario Balotelli: contro ogni aspettativa, questo giovane si caricò la squadra sulle spalle e con le sue prestazioni permise all’ Inter di tenere la Roma a distanza di sicurezza.
    Quel pomeriggio a Parma tuttavia rischiava di rovinare tutto. Bastava un gol, uno solo, ma non era affatto semplice segnarlo: l’ Inter era tesa perché sapeva di non poter perdere un campionato che sembrava vinto dopo 20 giornate, e il Parma era motivato perché si giocava la salvezza punto su punto con Empoli e Catania.
    A meno di mezz’ ora dalla fine il big match era ancora sullo 0 – 0: era la classica partita che poteva essere sbloccata solo da un fuoriclasse. Mancini, consapevole di questo, decise di far entrare Ibra.
    Zlatan era reduce da un lungo periodo di riabilitazione in Svezia. Inoltre, era nota la sua tendenza a sparire nelle partite importanti, quindi per tanti motivi non era affatto scontato che potesse essere lui l’ uomo decisivo.
    E invece lo fu. Il suo primo gol fu una liberazione, e il secondo mi permise di seguire gli ultimi minuti senza gli occhi spalancati per l’ angoscia.
    Godetti più per quello scudetto che per la Champions di Madrid: il secondo trofeo era diventato scontato dopo l’ eliminazione dell’ unico avversario serio (il Barcellona), e in ogni caso l’ Inter di Mou aveva una tale forza d’ animo che avrebbe vinto anche in 11 contro 20. L’ Inter dello scudetto 2008 invece era fragile, fragilissima, ed é per questo che ritengo la vittoria di quel campionato un’ impresa molto più grande.
    Oggi tutti si ricordano della doppietta di Ibrahimovic, ma furono tanti altri gli eroi di quello scudetto. Ad esempio Chivu: l’ Inter aveva quasi tutti i mediani infortunati, e lui, sapendo che Mancini aveva la necessità assoluta di tappare la falla, accettò di giocare mezza stagione da centrocampista centrale. Anche in seguito confermò il suo attaccamento alla maglia, cercando di recuperare da un gravissimo infortunio alla testa in tempo per aiutare l’ Inter a centrare il triplete. Grazie di tutto Cristian.

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