“Dire, Fare, Baciare”

Strati di makeup eccessivi, ciglia finte, spray abbronzanti e sorriso bianco smagliante: benvenuti a “Dire, Fare, Baciare”, il primo show al mondo sul ‘makeunder’.
La presentatrice e cantante britannica Jenny Frost usa il POD, un computer di revisione personale, per cercare di trasformare ragazze e ragazzi dallo stile finto e costruito in bellezze naturali. Prima e dopo ogni ‘makeunder’, spetta al pubblico dire se vuole baciare, sposare o evitare le future vittime del POD. Negli episodi del divertente show, Jenny e il suo POD si occupano di Levi, ossessionato dall’abbronzatura, e dell’aspirante modella Tamsin, che ama indossare tutù e si copre con del nastro adesivo nero. Altri casi particolari saranno quelli del cyber-dark Ebony, dell’ossessione di Martha per il make-up e dell’esibizionismo di Mykela.
Riusciranno a spogliarsi del loro stile costruito e a rivelare la loro bellezza naturale?

Dire, Fare, Baciare è un reality show inglese, che si basa sulla trasformazione delle persone che si truccano troppo, e si vestono in modo eccessivo in bellezze naturali.

Solitamente ogni episodio è incentrato su due protagoniste di sesso femminile; tuttavia, nel corso delle sei stagioni del programma vi sono state varie eccezioni come ad esempio episodi aventi due coppie di gemelle, una famiglia, due coppie, due ragazzi, un episodio dedicato anche ai sosia.

Lo show è stato condotto per le prime quattro stagioni da Jenny Frost, membro del gruppo pop britannico Atomic Kitten, e a partire dal 2012 da Ellie Taylor. Originariamente il reality show è andato in onda sulla rete televisiva inglese BBC Three a partire dal 28 luglio 2008.

-In Germania è stata trasmessa una versione dello show a partire dal 2008 intitolata Love Date or Hate , come parte del programma  ma a causa delle forte critiche ricevute, è stato cancellato dopo pochi mesi.
-In Russia è stata trasmessa una versione a partire dal 23 maggio 2011 ed è stato presentato dall’attrice di teatro e televisiva Aleksandra Rebenok.
-In Italia lo show è stato trasmesso dal 06 aprile 2013 sul canale Real Time.

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Federico

 

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Sanremo 2014

Da ieri sera va in onda su Rai uno alle 20.30 la 64° edizione di Sanremo. I cantanti big in gara sono 14, tra qui 7 si sono esibiti ieri sera e 7 si esibiranno stasera.

Le canzoni dei primi 7 cantanti che combatteranno la finale sono:

v  Arisa: “Controvento”

v  Frankie Hi-Nrg mc: “

v  Antonella Ruggiero: “Da lontano”

v  Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots: “Liberi o no”

v  Cristiano de Andrè: “Il cielo è vuoto”

v  Perturbazione: “L’unica”

v  Giusy Ferreri: “Ti porto a cena con me”

Mentre i cantanti e le canzoni che si esibiranno stasera sono:

v  Noemi: “Un uomo è un albero” – “Bagnati dal sole”

v  Giuliano Palma: “Un bacio crudele” – “Così lontano”

v  Francesco Renga: “A un isolato da te” – “Vivendo adesso”

v  Ron: “Un abbraccio unico” – “Sing in the rain”

v  Renzo Rubino: “Per sempre poi basta” – “Ora”

v  Francesco Sarcina: “Nel tuo sorriso” – “In questa città”

v  Riccardo Sinigallia: “Prima di andare via” – “Una rigenerazione”

Ci sono anche le nuove proposte che sono:

v  Bianca: saprai

v  Veronica de Simone: nuvole che passano

v  Diodato: babilonia

v  Filippo Graziani: le cose belle

v  Rocco Hunt: nu juorno buono

v  The niro: 1969

v  Vadium: la modernità

v  Zibba: senza di te

Ora aspettiamo un vincitore per tutte e due le proposte.  Seguite il nostro blog grazie. 

                                                                                                                  Giulia     

Flappy Bird: il gioco del momento

Sembrava destinato a diventare il nuovo gioco dell’anno, nel giro di poco tempo aveva scalato la classifica nell’App Store, ogni giorno portava la bellezza di 50.000 dollari al suo creatore Dong Nguyen, insomma Flappy Bird aveva tutto quello che serviva per essere incoronato nuovo miracolo del mobile game; eppure, il 9 febbraio, Nguyen ha deciso di toglierlo dall’App Store.

 

Per chi non avesse avuto modo di giocarci, e perderci la brocca, Flappy Bird è un videogame a scorrimento in 2D che riprende meccaniche di gioco tipiche degli anni ’80: c’è un uccello, c’è uno scenario minimale, ci sono una serie di enormi tubi che spuntano dall’alto e dal basso, lasciando uno spazio di manovra crudelmente stretto, e poi ci sei tu, l’utente, che puoi fare una sola cosa: picchiettare con il dito sullo schermo per far sbattere le ali al pennuto. Per ogni tubo superato l’utente guadagna un punto. Semplice, no? Tutt’altro, ci sono utenti che fat

icano a superare un punteggio di 10, altri che addirittura impiegano parecchio per capire come superare il primo.

 

Lanciato nel maggio 2013 dal team di sviluppo vietnamita GEARS, Flappy Bird ha presto guadagnato il vertice delle classifiche di download diventando un vero e proprio fenomeno di culto e siccome è fastidiosamente complicato, nel giro di poco tempo, la rete si è riempita di meme, video e tweet colmi di risentimento, tutti rivolti a quel disgraziato di Nguyen, reo di aver messo al mondo un tale dispensatore di frustrazione. A questi si sono presto aggiunti quelli che accusavano  Nguyen di aver copiato le meccaniche e l’estetica del gioco da titoli di successo come  Piou Piou, Helicopter Game e lo stesso Super Mario. Così, dopo aver fatto il pieno di video in cui si inscenavano finti assassinii e suicidi scatenati dal gioco, Nguyen ha annunciato in un tweet che il 9 febbraio avrebbe ritirato il gioco dall’App Store.

 

Come accadeva per alcuni videogiochi di successo del passato (Donkey Kong, Joust, Pac Man), ciò che rendeva Flappy Bird particolarmente assuefacente era una calibrazione nanometrica delle meccaniche di gioco. La posizione dei tubi, la spinta verticale ottenuta a ogni colpo d’ali, il tempo utile per decidere se far sbattere o meno le ali al protagonista del gioco, sono variabili studiate in modo da rendere il gioco sufficientemente fruibile da non scoraggiare i giocatori meno navigati e sufficientemente complicato da risultare stimolante. In realtà, per un ragazzino cresciuto a pane e Angry Birds (o a pane e Uncharted se preferite), Flappy Bird è un gioco di una difficoltà immonda, un po’ come quei vecchi titoli dell’Atari 2600, ai quali bastava una manciata di pixel per tenerti incollato allo sc

hermo interi pomeriggi inducendoti a fustigarti da solo per ogni game over.

 

Ed è qui che risiede l’arcano, l’ingrediente segreto che ha reso Flappy Bird talmente virale da seminare zizzania in tutta la mobilesfera: l’odio verso se stessi. Durante una famosa chiacchierata che ormai ha fatto scuola, Shigeru Myamoto, creatore di Super Mario, svelò che la prima lezione di game design la apprese studiando le meccaniche di Pac Man. “Alla fine sono arrivato alla conclusione che il fine ultimo [di Pac-Man] fosse rendere i giocatori furiosi con se stessi. Perciò decisi di mettermi di impegno per capire come facesse a farli sentire così.

 

La scorsa primavera, Flappy Bird è approdato in un mondo di giocatori abituati a percorsi sostanzialmente in discesa, presentandosi come un gioco di una semplicità imbarazzante ma terribilmente difficile, e fastidioso. Ogni volta che quella specie di palla di piume coi labbroni finiva per cozzare contro un tubo, il giocatore sentiva di aver perso una sfida contro se stesso, il che lo portava a una condizione di frustrazione che poteva essere lavata via solo con una nuova partita, possibilmente più fruttuosa della precedente.

 

Considerando che questo meccanismo mentale si appoggia in parte agli stessi percorsi neuronali che stanno alla base dei disturbi ossessivi e delle dipendenze, non stupisce che un simile gioco sia riuscito a inchiodare migliaia di utenti allo schermo del proprio smartphone, come non stupisce, a dire il vero, la quantità di contenuti virali fiorita attorno al gioco (o le minacce di morte scatenate dalla sua scomparsa). Quello che forse può stupire è la decisione di Nguyen di ritirare dal mercato un titolo capace di rastrellare 50.000 dollari al giorno; ma nulla vieta di ipotizzare che anche questa mossa sia frutto di uno studio calibrato delle reazioni psicologiche umane.

 

Dopotutto, alcuni di voi Flappy Bird non l’avevano mai sentito nominare, e ora siamo qui a parlarne. Direi che Nguyen ha già vinto una seconda volta.

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Gabriele

Dolci made in USA

La colazione americana è, per alcuni versi, molto simile a quella inglese

Sulle tavole americane non mancano mai le uova strapazzate, le salsicce ed il bacon alla piastra, i toast imburrati ed il prosciutto cotto.
La differenza fondamentale sta nell’introduzione di pietanze dolci come i famosi pancakes con lo sciroppo d’acero, muffin o cupcake, frutta fresca e cereali.

Il tutto viene accompagnato da latte freddo, tè, caffè lungo e succo d’arancia.

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I chocolate cookies sono preparati con impasto neutro e gocce di cioccolato fondente. Potete sbizzarrirvi creandone tantissime varietà: con nocciole, noci pecan, uvette, pezzetti di cioccolato bianco o Smarties.

Ingredienti:
250 gr farina 00
200 gr di cioccolato fondente o gocce di cioccolato fondente
1/2 cucchiaio di bicarbonato
essenza di limone (o vaniglia, o quello che avete o che vi piace)
125 gr burro
125 gr zucchero di canna (bruno)
125 gr zucchero bianco
1 uovo

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I donuts o doughnuts sono quelle tipiche ciambelle gonfie e con glasse colorate che siamo abituati a vedere nei film americani, le ciambelle per cui va’ matto Homer Simpson per intenderci!

Questi dolci squisiti sono fritti e molto colorati; vi assicuro che preparare queste ciambelle è proprio semplice, bisogna soltanto avere un po’ di pazienza per la lievitazione, però ne vale la pena, sono buonissime e carinissime da vedere!!!

Ingredienti per 12 donuts:

450 gr. farina 00
45 gr. zucchero
1 cucchiaino di sale
1 uovo
40 gr. burro
175 ml. latte tiepido
30 ml. acqua tiepida
7 gr. lievito di birra liofilizzato (quello in bustina)
per friggere:
1 lt olio arachidi
per la glassa al cioccolato:
100 gr. cioccolato fondente
per la glassa al burro :
110 gr. zucchero a velo, 35 gr. burro, 40 ml acqua calda   

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                                                                                                                                       Iris e Lavinia

Bangerz Tour

E’ iniziato venerdì il Bangerz Tour di Miley Cyrus. Nel giorno di San Valentino, la cantante si è esibita per la prima volta a Vancouver, svelando così la scaletta (in linea di massima) dei suoi prossimi concerti.

La serata si apre con il primo piano di Miley sui megaschermi e a quel punto, da una gigantesca lingua, ecco apparire la cantante che inizia il concerto con il pezzo SMS (Bangerz). Sul palco, inseme a lei, alcuni ballerini e ballerine nei panni di animali e personaggi dei cartoni animati.

Ovviamente la scaletta è principalmente incentrata sulle tracce presente nel suo ultimo disco. E, come prevedibile, non ci sono pezzi del repertorio di Hannah Montana, poiché è un personaggio appartenente alla Disney e per poterne cantare dei pezzi dovrebbe comprare i diritti d’autore.

Qui sotto potete leggere la scaletta del Bangerz Tour:

SMS (Bangerz)
4×4
Love Money Party
My Darlin’
Maybe You’re Right
FU
Do My Thang
#GETITRIGHT
Can’t Be Tamed
Adore You
Drive
Rooting For My baby
Hey Ya!
Jolene
23
On My Own
Someone Else
We Can’t Stop
Wrecking Ball
Party In The USA

Le tappe del tour proseguiranno in USA e Canada per poi approdare in Europa a maggio. Miley arriverà poi in Italia, precisamene l’8 giugno al Forum di Assago, Milano.

 

Veronica

 

Consigli per un San Valentino davvero speciale

San Valentino è la festa di tutti gli innamorati.
In questo giorno pieno di romanticismo, le persone si scambiano DOLCI regali.
A proposito di regali: siete arrivati all’ultimo momento per comprare un pensiero per la vostra persona speciale, o non avete idea su cosa regalarle?

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Allora seguite i nostri consigli:
-se volete restare sul classico, quello che non passa mai di moda, potete comperare i cioccolatini Baci Perugina con una stupenda rosa rossa.
-per una colazione con il vostro partner, portategliela nel vostro comodo letto;
-per un augurio più moderno potete inviare, dal vostro cellulare, un tenero “biglietto” virtuale pieno di cuoricini e smile!!!!!!!!!!

Speriamo che i regali piacciano alla vostra persona amata!!!

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Iris e Lavinia

 

 

Nail art: unghie d’autore

Per “nail art” si intendono le tecniche usate per decorare qualsiasi tipo di unghie, da quelle più arrotondate a quelle affusolate.

È una vera e propria moda, da non tanti anni diffusa anche in Italia: ci sono infiniti modi nell’interpretare quest’arte creativa:

-la Water Marbel, è l’uso dell’acqua nel riprodurre fiori, spirali o molti altri soggetti, dove, facendo cadere delle gocce di smalto in una bacinella d’acqua a temperatura ambiente, o con uno stuzzicadenti o con un pennellino, si riproduce il disegno nell’acqua; infine si immerge l’unghia togliendo intorno i residui di smalto con un cottonfioc;

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– la Zip Art, dove, dopo aver steso una o due passate del colore che preferite, con un pennellino sottile, si tracciano delle righe orizzontali e oblique, di un altro colore differente, per formare una cerniera;

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-la Splatter Splash può essere riprodotta in due modi: in tutti e due i casi bisogna prima fare una passata del colore che preferite e poi nel primo (foto 1) si lascia una goccia di un altro smalto sull’unghia e si allungano alcuni lati con la punta di uno spillo; nel secondo caso (foto 2-3) bisogna diluire con qualche goccia d‘acqua smalti di diversi colori e con un pennello farlo sgocciolare sulle unghie;

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– la Fan Brush Striped art, dove, sempre mettendo inizialmente uno smalto a scelta, intingendo un pennello con setole aperte in un altro smalto si va a passare sulle unghie lasciando delle strisce;

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-infine potete provare una nail art molto molto semplice con la carta stagnola: prendete due colori che stanno bene insieme, uno più chiaro e uno più scuro (mi raccomando devono essere ben distinti tra loro) e si copre tutta l’unghia con quello chiaro, poi prendete un pezzo di carta stagnola e l’appallottolate (non troppo se no non esce bene, l’ho provati sulle mie unghie); su un piano fate cadere qualche goccia dell’altro smalto e intingete un lato della pallina ed andate a picchiettare sull’unghia.

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Iris

Justin Bieber’s Believe, il film evento

“Believe Movie”, è questo il titolo del film evento del cantante canadese Justin Bieber.
Il 4 febbraio 2014, l’uscita ufficiale nelle sale cinematografiche del nostro paese, il film raggiunge il secondo posto nel Box Office italiano, guadagnando 203.104 € grazie ai 20.420 spettatori.
Il 5 febbraio, secondo e ultimo giorno di proiezione per il film, raggiunge il quarto posto con 15.698 spettatori, incassando 156.359 €.
Il film parla della vita del cantante, dai momenti intimi coi fan, che lui descrive come i migliori momenti della sua carriera, ai concerti. Ovviamente includendo anche parte della sua vita privata.
Racconta tutto il tour, “Believe Tour”, partendo dal principio, come dalle selezioni dei ballerini.    
Io personalmente l’ho trovato molto bello e rivelatorio, magari non per noi “beliebers” che ormai di lui sappiamo tutto ma penso che andrebbe visto per conoscerlo meglio, per capire che non è il bad boy di cui i telegiornali parlano, anche perché molto spesso riportano notizie false.
Ciò che vi posso raccontare è la mia esperienza personale, anche se so che per tutto il fandom è stato bellissimo.
Io sono andata martedì 4. Appena entrate tutte in sala sono iniziate le urla per il film, che sembrava non iniziasse più. Era come essere ad un vero e proprio concerto. Dopo 15 minuti di pubblicità il film ebbe inizio e così anche le risate, i pianti e le grida che lo accompagnarono per tutto il tempo. Il punto più bello, ovviamente secondo me, è quando parla di Avalanna. Avalanna era una bambina molto malata di cancro di soli 6 anni a cui Justin ha donato, oltre che tanti soldi per le cure mediche, amore e momenti stupendi. Poco prima di incontrarsi per la prima volta con Justin, la madre della bimba organizzò un “matrimonio” in ospedale con la sagoma dell’idolo di sua figlia. Lui ne rimase molto colpito e decise di incontrarla, un incontro che sarebbe dovuto durare poco ma prolungatosi per ore. Avalanna morì il 26 settembre 2012. Il giorno stesso, Justin le dedicò ‘One Less Lonely Girl’, canzone per la quale ad ogni concerto faceva salire sul palco una ragazza. Quella sera fu diverso. Montarono un video con delle foto della bimba e lui la cantò rivolto allo schermo sul quale era proiettato. All’inizio della canzone disse: “ Avalanna se mi stai ascoltando, questo è per te”. Questa scena fu molto commovente, soprattutto vedere lui dopo un anno piangere ancora per la sua morte. In sala il silenzio era interrotto soltanto da singhiozzi soffocati.
Alla fine del film hanno fatto vedere delle scene non presenti nel film con sottofondo ‘Baby’. Nella sala in cui ero io siamo scesi tutti sotto allo schermo, davanti alle poltroncine, a cantarla, insieme a condividere sorrisi e pianti, come una vera famiglia.
Ripeto questo film merita di essere visto per capire chi è veramente Justin Drew Bieber che i telegiornali italiani sanno solo criticare con false notizie.
La verità è in quei 93 minuti di film, non in 5 minuti di servizio televisivo.

Veronica
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le 10 canzoni rap più ascoltate

Ecco a voi la top 10 delle canzoni rap più ascoltate:

Al decimo posto toviamo “La cassa dritta di Two Fingerz Ft. Fedez

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Al nono “Thrift shop” di Macklemore

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All’ottavo posto c’è “Non cambio mai” di Gemitaiz Ft. MadMan

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Al settimo “Brivido di Guè Ft. Marracash

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Al sesto “Wow” di Emis Killa

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Al numero cinque troviamo “Alfonso Signorini” di Fedez

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&sqi=2&ved=0CDwQuAIwAQ&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3Dpg1nssG_Z-8&ei=vdr4UsLpCIGt4ASfq4HQAg&usg=AFQjCNEvoamdz6yeTHbnTLf43vWTBm0byQ&sig2=4-3XGegyldzanl6otDMhXQ&bvm=bv.60983673,d.bGQ

 

Al quarto posto troviamo “Can’t hold us” di Macklemore Ft. Ryan Lewis

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Al terzo “Gli anni d’oro” di Jake la furia

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La medaglia d’argento la ottiene “A cena dai tuoi” di Emis Killa Ft. J-ax

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&sqi=2&ved=0CDEQ3ywwAA&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DDq9IAzMFyzg%26feature%3Dkp&ei=X9v4Uq2QLuqT4ASY_IGYAg&usg=AFQjCNGr4o6vnxWnRcC_Uscy_D5qcoLCuw&sig2=UqGN0kIMaEXQC6p6Rju5lA&bvm=bv.60983673,d.bGQ

 

Al primo posto “The Monster” di Eminem Ft. Rihanna

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CDEQ3ywwAA&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DEHkozMIXZ8w%26feature%3Dkp&ei=d9v4UpHaOsW7ygPEkICABg&usg=AFQjCNHDgce5O6Exj5L24p4o10WA_sD1Ew&sig2=zw3t4O3SBsuW3Hod_g8tWw&bvm=bv.60983673,d.bGQ

 

Camilla

Innerhofer: una vita da campione

Christof Innerhofer è nato a Brunico, ma la sua famiglia viveva a Gais; suo padre Gottfried lavorava in una carrozzeria, sua madre Maria faceva la cameriera. Christof a loro deve tutto: hanno fatto sacrifici enormi per lui.

A tre anni suo padre lo aiutò per la prima volta a stare in piedi con un paio di sci e ad affrontare le prime curve su un fazzoletto di pista davanti all´uscio di casa.

Dai quattro ai sei anni, insieme a sua sorella Sabrina, ha frequentato un corso di sci settimanale che si concludeva con una prova finale.

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Essendo nato prematuro, Innerhofer ha avuto dei problemi di crescita; quando arrivava primo nelle gare, gli altri due, stando sui gradini più bassi del podio, erano qualche volta più alti di lui.

A 10 anni vinse la sua prima gara di Gigante al Monte Elmo, a 12 anni diventò campione regionale di super-G; a febbraio del 1997 arrivò secondo in slalom nella fase nazionale, e con questo risultato si qualificò per la fase internazionale dello stesso Trofeo, finendo terzo nel Gigante.

A quel punto, per potersi assicurare le migliori condizioni di allenamento, i suoi genitori decisero di fare un altro grande sacrificio lavorando oltre l’orario prestabilito.

Nel 2001 arrivò per lui un momento di grande crisi e depressione, tanto da fargli pensare di mollare tutto, ma dopo lunghe discussioni con i suoi genitori decise di provarci ancora, infatti i risultati sarebbero arrivati.

Il 3 novembre 2011, durante un allenamento sul ghiacciaio, Innerhofer subì un incidente che gli causò un trauma cranico, ma per fortuna tutto si risolse in poco tempo, infatti il 15 marzo 2012, nelle finali di Schladming, si aggiudicò la sua terza gara di Coppa vincendo il Supergigante.

Il suo idolo è stato sempre Alberto Tomba ma, secondo lui, sarebbe troppo anche solo pensare di arrivare ai suoi livelli…Noi invece glielo auguriamo tanto e speriamo che la splendida medaglia d’argento ottenuta oggi sia di buon auspicio per queste Olimpiadi invernali.

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Andrea